Una storia per l’eternità – suggestioni gramsciane per il terzo millennio

Note di sala

Fin da bambina, quando neppure avevo idea di chi fossero Gramsci e altri straordinari uomini e donne, che sarebbero diventati miei mentori invisibili, non sono mai stata indifferente alle istanze dei più deboli: mi sono sempre spontaneamente schierata dalla loro parte, persino giustificando, con la loro fragile condizione, le ragioni di un eventuale torto. Lasciando l’infanzia, è stato un conforto sapere di percorrere una rotta già tracciata, senza la fatica di segnarla sulla mappa dell'umanità; di renderla chiara e visibile senza per questo dover mettere a repentaglio la mia vita, o immolarla, come Gramsci, come i partigiani di ieri e di oggi, come i popoli senza identità, come i lavoratori sfruttati che si battono, e spesso muoiono, fisicamente o comunque moralmente, per la propria dignità, ieri sostenuti nella lotta da uomini come Gramsci, oggi sempre più soli. Crescendo, ho avuto modo di dare un senso più preciso alla mia attitudine, lasciandole condurre buona parte del mio percorso artistico, rafforzandola, anche attraverso la biografia e gli scritti del grande intellettuale sardo.

Alcuni anni fa, ho interpretato, nei luoghi impregnati dai respiri stentati dell'infanzia e dell’adolescenza di Nino, le sue lettere e altri preziosi frammenti. In seguito, mi è capitato, negli stessi luoghi, di evocare altri suoni: ninnenanne nella lingua che l'ha cresciuto, e in quella che ha cresciuto i suoi figli sconosciuti, e altre strazianti ninnenanne; canti di lotta e canti d'amore, di popoli che Gramsci avrebbe sicuramente amato, lui, così incapace di lasciarsi andare alle cose dell'amore, e amando, nello stesso tempo, con una dedizione immensa; il lamento di una madre, inconsolabile come la sua, nonostante vivesse "nell'unico paradiso che esista, che per una madre penso sia il cuore dei propri figli". Ho sentito con profonda emozione con quale forza risuoni in quei luoghi il dolore di popoli oppressi, a cui Gramsci ha dato a suo tempo la sua solidarietà, di altri, a cui, sono certa, l'avrebbe data oggi, se fosse stato qui non solo con la sua straordinaria e tuttora ingombrante presenza scritta.

Mi sento onorata, ogni volta che posso rievocare, in versi e in canti, negli stessi luoghi, in altri che hanno accolto Nino e nei luoghi delle coscienze ancora capaci di accoglierlo, il dolore di tante anime sofferenti: i martiri del lavoro, della repressione, della lotta per l'autodeterminazione e per la libertà, della prigionia, anime alle quali Gramsci avrebbe senz'altro, anche oggi, offerto le sue parole, la sua lotta, la sua vita. G. V.

Programma dettagliato

Tradizionale: A duru duru (ninna nanna sarda)
Effetto sonoro 1- P. P. Pasolini: Le ceneri di Gramsci - frammento
E. Dickinson: Molta follia è divino buon senso
M. Theodorakis: Agapi mou (canto greco)
A. Sini: In morte di Antonio Gramsci
G. Vacca: Anninnia a travessu (ninna nanna al rovescio)
E. Galeano: Il libro degli abbracci - frammento
E. Pottier – P. de Geyter: L’internationale
W. Shire: Nessuno lascia la propria casa
Loosin Yelav (canto tradizionale armeno)
A. Gramsci: articolo su Il grido del popolo - frammento
M. Darwish: Carta d’identità
Anonimo: Tumbalalaika (canto yiddish)
Anonimo: Poesia Rom
B. Brecht: Non si dirà
E. Galeano: I figli dei giorni - frammento
Ninna nanna tradizionale russa
M. Yonusg Blanco: Ricordando Guillen
A. Yupanqui: Duerme negrito
A. Sini: lamento della madre
A. Gramsci: Lettera alla madre
Koma Amed: Nexse Mirzo (canto kurdo)
AA. VV. Donna o cosa? - frammento
P. Grassi: frammento in Le donne di casa Gramsci di Mimma Paulesu Quercioli
Effetto sonoro 2 - Intervista di Giuseppe Fiori a Teresina Gramsci - frammento
A. Gramsci: Lettera a Teresina
R. Ruju: Suoni di Sardegna
M. Massole: Lezione di Storia
Tradizionale sardo: Attitidu (lamento funebre)
Effetto sonoro 3 - P. P. Pasolini: Le ceneri di Gramsci - frammento